due pesi e due misure


Il DAS_Dimensione Autonoma Studentesca ha deciso oggi, in occasione del mercato cittadino, di inscenare in modo parodistico la delirante situazione che stiamo vivendo dentro il nostro Ateneo. Uno studente, fermo, immobilizzato da un paio di manette, con un cartello che recita "ho difeso l'Università di Siena", ed un uomo in giacca e cravatta, emblema dei poteri forti, con la scritta "io ho derubato l'Università", ma libero e felice. Questo flash mob infatti ha voluto provocatoriamente porre alla cittadinanza un quesito: ma la legge è davvero uguale per tutti? Oppure si utilizzano due pesi e due misure a seconda che a pagare debbano essere loschi personaggi ben protetti dai potenti di turno o semplici ragazzi che lottano per difende i loro diritti?
Difatti nelle scorse settimane sulle pagine di un noto quotidiano senese è uscito un articolo riguardante le denunce pervenute a dodici studenti che, come tanti loro colleghi, durante l'autunno scorso, come si ricorderà, sono scesi in piazza per difendere il loro futuro contro l'ormai approvato Decreto Gelmini. Questi ragazzi sono stati denunciati per interruzione di pubblico servizio per aver bloccato il traffico in Piazza Gramsci, insieme ad altre 500 persone, per 15 minuti. Adesso rischiano fino ad un anno di carcere. Ancor prima di aver ricevuto tutti quanti l'avviso di garanzia, sfogliando il giornale, questi ragazzi si sono visti pubblicare i loro nomi e cognomi, davanti a tutta la città.
Nel frattempo si sono concluse le indagini, ormai in corso da tre anni, sul famigerato “buco” dell'Ateneo. In 27 sono stati ritenuti responsabili della disfatta della nostra università, ma di questo pare non si possa sapere nulla. Probabilmente alcuni nomi hanno più dignità di quella di semplici studenti di vent'anni.
Ci risulta difficile comprendere i motivi per cui coloro che sono responsabili di aver demolito l'Università di Siena, un tempo così prestigiosa, siano liberi di passeggiare a testa alta per le strade della città, mentre degli studenti, che hanno lottato contro un Disegno di Legge, di per sé devastante per l'istruzione pubblica nazionale, e ancor più qui a Siena, date le già disastrose condizioni in cui versa l'Ateneo, si vedano costretti ad affrontare una causa penale, demonizzati come criminali per aver difeso il diritto ad un'istruzione che dovrebbe essere la base di ogni paese civile.
Chiediamo dunque alla cittadinanza di prendere atto di come vengono gestite le cose e di pretendere, come di dovere, chiarezza, trasparenza, giustizia.



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