Sull'abolizione del valore legale della laurea

ribelliamoci allo smantellamento del pubblico!

Assistiamo ancora una volta all' attacco dei valori costituzionali, senza reagire, lasciando passare inosservata una manovra che non andrà solo ad indebolire direttamente il reddito ed il potere d'acquisto dei cittadini, attraverso l'aumento costante di carburanti, trasporti pubblici, ticket sanitari, acqua e più in generale su tutti i beni di prima necessità. Vi ricordate? Avevamo vinto un referendum sull'acqua, ma i nostri saggi governanti hanno ben deciso di non applicare l'esito referendario, in barba a qualsiasi legge. Vi ricordate la riforma Gelmini? Era condannata fermamente dal buon PD. Adesso però si stanno ricredendo sul valore legale del titolo di laurea: come cambiano i tempi. Il sistema universitario italiano prevede che qualsiasi titolo ottenuto sul territorio nazionale, purché corrispondente ai criteri ministeriali,sia equiparabile ad un altro simile; in sostanza se vi laureate a Catania o a Milano, alla Bocconi per esempio, ai fini di un concorso la sede di laurea non potrà essere titolo discriminante. Questa legge fu scritta proprio per evitare che all'interno di un sistema pubblico si venisse a creare un sistema di concorrenza interna che avrebbe inevitabilmente svantaggiato coloro che non potevano permettersi di raggiungere la migliore università a disposizione, distruggendo così quei centri minori che potevano acquisire maggiore qualità, ma ben poca quantità. Ciò che forse al nostro Monti non è chiaro è che una legge del genere potrebbe essere abrogata o in un contesto pubblico dove Sud e Nord abbiano pari condizioni sociali ed economiche, condizione ideale ma difficilmente attuabile, oppure in un contesto privato, dove una ristretta cerchia di atenei ad alto costo, e massimo profitto saranno liberi di introdurre la logica del mercato privato in un sistema che fino a prova contraria tale non è. Questo secondo punto fa proprio al caso dei nostri amici Bocconiani, tu guarda; ciò che proprio non vogliono capire è che l'istruzione universitaria è, pubblica, non è una merce di scambio: se lasciassimo passare questo principio per le università, perché allora non introdurre la competizione fra i Licei e gli Istituti superiori? Perché non le scuole Medie? Se possiamo mercificare il titolo di Laurea, perché non un diploma? Ci opponiamo fermamente a questa logica di profitto che punta esclusivamente a rafforzare prestigiosi Istituti privati che hanno prodotto gli economisti degli ultimi 40 anni, con i risultati che vediamo proprio in questi giorni. L'obiettivo che sta dietro a questo provvedimento è, chiaramente, quello di rendere inaccessibile, alle classi meno abbienti, l'istruzione, annientando qualsiasi strumento di ascesa sociale e di emancipazione economica con la finalità di creare una classe dirigente ad hoc, indottrinata secondo i criteri prestabiliti dalle banche, dalla finanza, dai gruppi di potere, fautori di un capitalismo sempre più incontrollato. Ricordiamoci che coloro che ora osanniamo come nuovi ministri sono gli stessi che dalla Telefonia alla giustizia hanno fatto di tutto per ostacolare il sistema pubblico. Nessun diavolo avrebbe potuto escogitare qualcosa di meglio: Fase 1 – Le banche creano voragini economiche nelle quali catturare capitali pubblici; fase 2 – riversare le perdite sullo stato dopo aver spostato all'estero o tesaurizzato i fondi pubblici; fase 3- Proporre ed imporre un governo tecnico di specialisti, gli stessi che hanno creato la crisi ad arte; fase 4 – far credere alle persone che il debito delle banche sia un debito pubblico. Fase 5- Distruggere i residui baluardi costituzionali, laddove siano presenti (art. 18, art. 42, e via dicendo), dalla scuola alla sanità, per legare sempre di più questo paese ad una economia di sfruttamento in favore dell'1% della popolazione nazionale. Le manovre di questo governo, del resto, rispondono alle esigenze ed ai bisogni di un sistema che si nutre delle disuguaglianze, un assetto politico, economico, sociale, edificato sulla concorrenza, sul libero mercato e sullo sfruttamento dell' uomo sull'uomo. L'ideologia neoliberista in nome del loro progresso e della loro libertà, ripropone quegli schemi economico-politici degni dell' Ancièn Regime: accentramento del potere nelle mani di una classe di intoccabili, sinergia ferrea tra classe politica e gerarchia ecclesiastica, accentramento delle risorse e ricchezze del paese nelle mani di una porzione irrisoria della popolazione, sfruttamento indiscriminato delle masse popolari, che, lasciate nell'indigenza più totale, spaventate, disperate,vivono un'esistenza priva di prospettive. Tutto questo genere un senso di disorientamento e paura nei cittadini che, non vedendo alcun barlume di speranza davanti a questa tragica situazione, individualizzano la loro disperazione. Questo è il gioco che hanno architettato : impaurirci e dividerci; è da sempre la crudele strategia del capitalismo. I servi della disinformazione acclamano il governo dei professori ed il suo operato, tacendo sul fatto che l'insediamento di questo non è stato altro che un colpo di stato voluto ed attuato dalla BCE. Per quale motivo dovremmo accettare sacrifici in nome del debito di questa o quella banca senza che i responsabili abbiano pagato? In quale dimensione un dottore è costretto per legge ad infettarsi con la malattia di ogni singolo paziente che abbia in cura senza neanche la possibilità di farsi un vaccino? Perché di questo si tratta: persone che in posizioni dirigenziali di società private, con pesanti responsabilità verso i cittadini, commettono abusi, azzardi, scommesse, portano capitali all'estero, ricettano, calunniano con una tale ingordigia da far invidia al peggiore dei magnati, e dopo tutto questo trovano il coraggio di rivolgersi allo stato minacciando di portarsi a fondo i conti correnti dei lavoratori. Se una banca rischia di fallire per colpa di un criminale è normale che lo stato intervenga a garantire i depositi dei cittadini, ma non è altrettanto normale ritrovarsi due mesi dopo il criminale ed i suoi collaboratori in giro per il gabinetto dei ministri. I padroni continueranno così ad arricchirsi e il popolo ad impoverirsi; è una massima che si ripete da secoli e che continuerà ad essere il dictat politico e culturale finché non saremo abbastanza determinati nel contrapporci ad un tale circolo vizioso. “ La storia di ogni società civile, sinora esistita, è storia di lotta di classi (…) oppressi ed oppressori sono sempre stati in contrasto tra di loro, hanno sostenuto una lotta ininterrotta : una lotta che finì sempre o con una trasformazione rivoluzionaria di tutta la società o con la rovina comune delle classi in lotta...”. La protesta attiva è l'unico mezzo che porterà ad un processo rivoluzionario che funga da “carburante” per un sostanziale cambiamento, che porti tutti noi e tutti coloro che non hanno desiderio di imporsi sull' uomo ad una reale autodeterminazione.

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