Polizia fascista, solidarietà ai compagni milanesi


Sabato 25 febbraio si è tenuta una partecipata e pacifica manifestazione a fianco del popolo No Tav. I manifestanti hanno marciato in mezzo alla valle, per 8 Km fino a Susa dove è terminata la manifestazione. E’ stata una giornata di condivisione e solidarietà. La lotta è viva, tangibile, pervade la valle che resiste e che vive una protesta più generalizzata che mai. Eravamo in 75.000 da tutta Italia e dalla Francia, in risposta all’appello del movimento. Era difficile strumentalizzare una giornata come questa, durante la quale non ci sono stati momenti di tensione ma solo di condivisione. Ma era già stato stabilito che, ieri, qualcosa doveva accadere, per demonizzare il movimento, per delegittimarlo, per catalizzare l’attenzione sulle cariche ed adombrare il fatto che il movimento è forte, che la valle non è sola. Il tentativo di strumentalizzare la giornata si è consumato alla stazione di Torino Porta Nuova. Qui è scattato l’agguato contro i manifestanti che sono stati indotti a raggiungere l’ultimo binario, privo di vie di fuga, e, accerchiati dalla polizia in tenuta anti sommossa, sono stati caricati brutalmente. Caricare indiscriminatamente manifestanti pacifici, addirittura al di fuori della manifestazione, è un atto degno di un regime. A dirigere l’operazione Spartaco Mortola, ex numero uno della Digos di Genova e condannato in secondo grado per i fatti del G8, promosso capo della Polizia Ferroviaria di Torino il 2 giugno scorso. Un fascista, questo, che ha compartecipato alla mattanza di Genova. Oggi come allora la polizia reprime il dissenso; cambiano i governi e le amministrazioni ma non cambiano le politiche repressive e fasciste messe in atto dai vertici delle forze dell'ordine.

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