I mafiosi fuori, gli studenti in galera… Vergogna di Stato!

Nella giornata del 9 ottobre 2010, alcuni studenti palermitani stavano facendo un pacifico presidio davanti al liceo Umberto I di Palermo, contro la violenza cieca e razzista di un fascismo mai sconfitto, che colpisce i più deboli, covato dentro le scuole con il benestare dei presidi. Un presidio che consisteva in un volantinaggio dove si richiedeva al preside della scuola di agire per tutelare i più deboli, i diversi, che continuamente subiscono abusi da parte dei “bulletti neo-nazi” che, sbeffeggiando la Costituzione, ancora inneggiano allo squadrismo contro ogni diversità e critica del sistema che essi stessi foraggiano. Nella Palermo dove ancora, camminando per strada, puoi vedere il boss di turno sostare in panciolle al bar con i suoi “colleghi”, le forze di polizia - evidentemente annoiate dal lavorare in una città così tranquilla - non hanno trovato niente di meglio da fare che precipitarsi al presidio antifascista di questi studenti per reprimere nella violenza quel pericoloso banchetto, allertati dall’ipocrisia del dirigente dell’Umberto I. Arrivano in forze, gli agenti della Digos e diverse pattuglie. Arrivano per strattonarli, poi rompergli le aste delle bandiere in testa, buttarli a terra e, con le ginocchia sui colli di questi ventenni, ammanettarli e portarseli in Questura, proferendo epiteti offensivi e minacce, insulti che palesano il bieco odio che guida quest’azione scellerata ma scientemente perseguita dagli apparati decisionali dello Stato italiano. Scientemente perché sono fatti che, come funghi d’autunno, si moltiplicano a dismisura sul suolo del Paese, nel silenzio della stampa asservita a un potere che logora chiunque osi criticarlo. E’ questo un potere che annichilisce – o tenta di annichilire – ogni istanza di giustizia ed egualitarismo, suffragato da giudici che, invece di onorare la memoria di chi, con la vita, ha pagato il prezzo più alto della lotta alla mafia, preferiscono processare sei studenti che, per un mondo più giusto, hanno osato fare un banchetto davanti a un liceo. Evidentemente c’è una logica che guida tali azioni, che di fatto pregiudicano la stessa fiducia dei cittadini comuni nella polizia. E’ la logica della Paura, dell’Intimidazione: si colpiscono questi ragazzi per educarne altri cento, per strozzare sul nascere quel movimento di libertà e giustizia sociale che, dalle Università, dalle Scuole e dalle Fabbriche, si sta diffondendo all’intera Società civile. Con questa lettera richiediamo alle Autorità competenti di prosciogliere immediatamente gli studenti ingiustamente arrestati. Richiediamo inoltre che i dirigenti della Digos coinvolti vengano rimossi dai loro incarichi e che il Questore di Palermo, dott. Marangoni, e il Prefetto, dott. Caruso, si dimettano per aver permesso questa infame azione repressiva.


Leave a respond

Posta un commento