Gli studenti tornano ad occupare l'Università

Oggi, 11 ottobre 2010, gli studenti tornano a occupare i locali dell’Università di Siena. Dopo mesi e mesi passati a protestare contro l’ex-direttore amministrativo Barretta e le decisioni del CdA – adesso uscente – di tagliare di 2/3 lo stipendio dei lettori di lingua e, quindi, ridimensionare le loro ore di lezione. Tornano gli studenti di Lingue, che in passato avevano inscenato davanti al Senato accademico il funerale delle lingue che essi studiano (o studiavano) perché, senza i lettori, non è possibile tenere in piedi il loro corso di laurea. Ricompaiono gli striscioni del DAS con scritto “potete tagliarci le lingue ma non ci toglierete mai la parola”. Cosa è cambiato rispetto alla scorsa primavera? Tutto e niente. C’è un nuovo Rettore, Angelo Riccaboni, non c’è più un direttore amministrativo, non c’è un direttore del Centro Linguistico. C’è il direttore dell’Ufficio legale dell’Ateneo che, come Dr. Jekyll e Mr. Hyde, di giorno va in tribunale ad attaccare lettori e lavoratori e, di notte, fa il capo di quel personale che martoria nell’altra parte della sua inquietante vita. Ci sono le matricole appena arrivate e gli studenti degli anni precedenti, non ci sono più alcuni lettori che, stremati più che dal mancato stipendio, dal comportamento dell’Amministrazione, del Senato, dei Professoroni-baroni… C’è stata una prima sentenza, inquietante, e c’è un morto. Un morto che, putrescente, ancora si spaccia per vivo e sano: la Comunità Accademica. Infatti quello che più colpisce, nella stanchezza di una battaglia così lunga, adesso è il silenzio di chi dovrebbe amministrare questo Ateneo e l’incuranza, cinica, dei docenti che si alternano tra l’accondiscendenza falsa e la menzogna pura, verso i lettori e verso gli studenti. Ad oggi queste quaranta e più famiglie dei lettori hanno esaurito i risparmi accumulati negli anni precedenti. Da domani non sanno come arrivare a fine mese, mentre i professori associati attendono famelici i soldi per gli avanzamenti di carriera. Da oggi ricomincia una lotta che, esasperata, non sarà più morbida come quella primaverile: ci hanno ingannato, ci hanno raccontato favole, ma adesso siamo stufi. Da domani non ci saranno più corsi di lingua. Le famose certificazioni internazionali (il PET in primis) non sono più garantite e, chi volesse ottenerle, dovrebbe fare un corso frequentato da 400 suoi colleghi. Neppure esistono aule che possano ospitare 400 studenti, nel nostro Ateneo… E questo a Siena, che è oro rispetto ad Arezzo, dove gli studenti oggi hanno occupato la Facoltà per dire quanto fa schifo questo sistema universitario, di cui il DDL Gelmini è solo la punta di un iceberg che, nel profondo, è fatto dalle deleterie prassi comuni degli Atenei del Paese. Come il nostro. Questa occupazione, come quella del Santa Maria della Scala, è un ulteriore avvertimento, diretto al Rettore Focardi e al futuro Rettore Riccaboni. In pochi veniamo a chiedere spiegazioni. In pochi oggi, volutamente, per osservare. In molti domani, se nulla dovesse cambiare, perché gli studenti non ne possono più, sono stremati da questa situazione. Ma se credono – i due Rettori, il Senato, il CdA, così come il Sindaco, il Presidente della Provincia e quello della Regione – che staremo zitti con la testa china a vedere la distruzione di questa Università e di questa Città, si sbagliano di grosso. Gli scherzi sono finiti. I funerali e le processioni si sono già concluse. Oggi comincia la lotta vera, che da Palermo a Torino coinvolge l’intero Paese, una società stanca di patire i deliri di questo “potere” contorto che pensa solo a perpetuarsi. Per questo richiediamo al Rettore Focardi di riaprire immediatamente le contrattazioni ritirando il contenzioso giuridico con i lettori. Richiediamo alla presidentessa del Comitato del CdL di Lingue, prof.ssa Maubon, di dimettersi perché non solo non è riuscita a fare nulla per aiutare i suoi colleghi lettori, ma addirittura ha tentato di mistificare la realtà con gli studenti. Chiediamo a Focardi e Riccaboni di impegnarsi materialmente per la libertà di critica e di informazione nelle Scuole e nelle Università sottoscrivendo la lettera di dimissioni al Questore di Palermo dopo i loschi fatti del 9 ottobre. Richiediamo al Sindaco Cenni di dimettersi per evidente impossibilità di pensare a Siena come una città fondata sull’Università, che ha un indotto di circa 134 milioni di euro annui, considerando solo le spese degli studenti ad oggi presenti. E infine chiediamo alla cittadinanza senese di sollevarsi contro le scelte di chi, dall’alto, sta distruggendo questa Città, questa Regione, questo Paese!

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