Alcune riflessioni sui minareti svizzeri

1° dicembre 2009

Domenica 29 novembre è uscito il risultato del referendum svizzero, che vieta la costruzione di nuovi minareti all’interno del Paese. La proposta è passata grazie al 57,7% dei voti, mentre è stata respinta soltanto in quattro cantoni.
Molti sono coloro che ritengono l’esito di questo voto preoccupante. In primis, la Chiesa cattolica, che dalle pagine dell’Osservatore Romano ha messo in evidenza come questo risultato limiti la libertà religiosa e renda più difficile il processo di integrazione dei fedeli islamici in Europa.
Anche Amnesty International e il Consiglio d’Europa si sono detti preoccupati, mentre in Italia si è levato un grido di vittoria, che ha portato alla proposta di inserire una croce all’interno del tricolore. Il risultato del referendum svizzero ha creato un precedente, che rischia di espandere i suoi effetti in tutto il continente. Già nei Paesi Bassi il Partito delle Libertà (PVV) ha chiesto al Governo di aprire un refendum simile a quello svizzero, e in Italia il voto degli elvetici è stato letto come un segno di civiltà.
Questa deriva xenofoba non può non allarmare la popolazione europea: da molto tempo è ormai in atto una campagna mediatica che tende a screditare l’Islam, mostrandola come una religione violenta e totalitaria. L’aumento della paura e dell’intolleranza è un ostacolo all’integrazione della popolazione islamica, e questo problema rischia di diventare sempre più grave. Dobbiamo renderci conto che l’Islam ormai è la seconda religione d’Europa per numero di fedeli. C’è bisogno di mettere in atto una campagna di informazione per sensibilizzare la popolazione, e per stroncare le falsità che ogni giorni vengono messe in piedi per screditare la religione del Profeta.
L a religione islamica non è nè violenta nè discriminatoria: basterebbe leggere un libro di storia per rendersene conto. Il fatto che esistano dei paesi islamici teocratici è semplicemente l’ennesima dimostrazione di come la Religione possa essere usata come strumento di controllo e di manipolazione delle masse, in maniera non diversa da come viene fatto in altri stati, come Israele e Stati Uniti. La stessa paura che gli Occidentali provano nei confronti dell’Islam, li rende succubi a ogni tipo di manipolazione. In un momento storico caratterizzato dalla mancanza di Valori e Ideali universali e condivisi, la Paura dell’Altro diventa l’unico mezzo per creare una coesione all’interno dei Paesi occidentali e non. La Religione, ancora una volta, si trova in mano a persone xenofobe e razziste, che la utilizzano come un mezzo per escludere l’Altro.
Ci piace pensare che sia la Paura e l’Ignoranza a generare tali mostri. In questo caso, una campagna di informazione sarebbe sufficiente ad arginare il pericolo di una deriva razzista nel mondo Occidentale. Purtroppo la questione non è così semplice. A molti fa comodo portare avanti questo tipo di politica, non pensando ai rischi che si verranno a creare nel lungo periodo. Fino a quando persone che non sanno niente nè di religione, nè tanto meno dell’Islam, avranno la libertà di diffondere menzogne e bugie, il processo di integrazione (base della ricchezza culturale e sociale di ogni civiltà) è da ritenersi bloccato. Il rischio è di arrivare un giorno ad un punto tale da non riuscire più a colmare il divario creatosi tra persone identiche in tutto, tranne che per il nome con il quale chiamano il loro Dio

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