Resistere!

Siena, 26 novembre 2010 

Oggi 26 novembre 2010, il DAS – Dimensione Autonoma Studentesca – ha deciso di stendere uno striscione dal Palazzo Comunale di Siena. “Resistere”, questa la scritta sullo striscione, questo il messaggio che vogliamo lanciare a tutta la cittadinanza di fronte a un disegno di legge che porterà all’estinzione dell’Università pubblica e alla chiusura del nostro Ateneo. La drammatica situazione in cui versa l’Università italiana, prima ostaggio dei baroni e adesso stuprata da una classe politica che vuole svenderla per trarne un evanescente profitto economico, necessita una opposizione tanto forte quanto radicale nelle sue modalità. Il progetto di riforma dell’università, in fase di approvazione alla Camera, nasconde una volontà – neppure troppo celata – di smantellare definitivamente la possibilità per decine di migliaia di persone di emanciparsi dalla propria condizione sociale e quindi di costruirsi un futuro migliore. In un paese dove la classe politica cerca di imporre quale “cultura” il “culto di culi e tette”, dove non esistono progetti che vadano più in là di una legislatura, colpire, distruggere l’Università non è che il coronamento di un progetto volto a instaurare una democrazia apparente. Che formalmente esiste – sulla carta – ma che non può essere utilizzata da nessuno, da quel popolo instupidito e ignorante, che esegue ogni comando dettato dal suo padrone. Questa lotta che portiamo avanti è una battaglia che unisce tutta la cittadinanza, il popolo, a partire dai lavoratori, ormai trasformatisi in merce di scambio in un’asta al ribasso, dove chi dovrebbe garantire – lo Stato – è ormai posseduto dal quel padronato su cui doveva vegliare, ennesimo esempio di svendita di principi e di prostituzione etica, ideale e politica. La riforma Gelmini porta avanti un progetto di smantellamento dell’Università Pubblica Italiana. Aprendo i consigli di amministrazione a enti privati, si decide di abbandonare definitivamente l’idea di una formazione libera e capace di creare individui in possesso di una coscienza critica. La ricerca e la formazione si ridurranno ad essere funzionali alle scelte di mercato di aziende del tutto disinteressate a qualsiasi cosa esuli dal profitto. I “baroni”, a differenza di quanto si cerca di far passare all’opinione pubblica, guideranno una becera spartizione di incarichi e risorse volta solo a rafforzare il proprio potere personale. La tanto acclamata “meritocrazia”, per essere veramente tale, deve appoggiarsi su un sistema di formazione realmente aperto a tutti. Accettare la trasformazione delle Università in Enti privati permetterà di fatto l’accesso all’istruzione solo a coloro che potranno sostenerne le gravose spese; l’obbiettivo si palesa per la sua bassezza: conservare un sistema capace di riprodurre all’infinito una classe dirigente chiusa e sempre uguale a se stessa. Sono queste le ragioni che ci hanno spinto ad “entrare in Comune” e calare uno striscione che è un appello alla popolazione, un invito a resistere alla devastazione morale, politica e culturale che sta corrodendo il tessuto sociale del nostro Paese. Un segno di vicinanza a tutti coloro che si sentono soli e senza futuro. Ma anche un messaggio alla classe politica: noi non ci fermeremo. La scelta di Piazza del Campo, simbolo non solo della Città ma anche della Cultura dell’intera umanità, è il gesto estremo fatto a difesa di una città che amiamo e che ci ha accolto, e che non merita di pagare il prezzo di questo criminoso progetto di legge: il nostro Ateneo, ancora così vivo e fecondo, verrebbe infatti annientato dalla morsa di un commissariamento diretto dal Ministero dell’Economia, inserito nel DDL proprio allo scopo di colpire l’Università di Siena. Noi non lo permetteremo. Per questo motivo siamo sicuri della comprensione da parte della cittadinanza senese di quanto una situazione così grave debba essere contrastata con ogni forza e mezzo possibili. La lotta per un mondo più giusto, per un mondo migliore, continuerà. La battaglia sul DDL proseguirà anche se il Parlamento – in modo illegittimo – dovesse approvare la Riforma: lottiamo per il diritto all’emancipazione sociale; resistiamo affinché i figli possano avere un futuro migliore dei loro padri. Resisteremo. Questa lotta, questi ideali, queste istanze resisteranno. Fino alla vittoria.

DAS_Dimensione Autonoma Studentesca




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