Considerazioni sulla seduta congiunta Senato e CdA

Ieri, 3 maggio 2010, si è tenuta una seduta congiunta del Senato accademico e del Consiglio di Amministrazione dell’Università degli Studi di Siena in cui si è delineato un quadro tanto fosco quanto assurdo per il futuro del nostro Ateneo. Il direttore amministrativo Barretta e il Rettore Focardi hanno ricostruito la bizzarra storia del contratto integrativo dei “lettori” (ormai conosciuti come CEL, Collaboratori Esperti Linguistici) siglato nel 2006 sotto la gestione Bigi-Focardi, un contratto di cui solo oggi – a quattro anni di distanza – si ammette la mancanza di copertura finanziaria fin dalla sua sottoscrizione, in quanto legata a oscuri fondi ministeriali che l’Amministrazione si impegnava a richiedere, non si sa a che titolo, e che ovviamente non sono mai giunti, se mai furono richiesti. Una storia, questa, in cui l’ex direttore amministrativo fa contratti senza soldi, il collegio dei revisori dei conti non si accorge che i conti fatti sono sbagliati, il Rettore è all’oscuro di tutto. Viene da chiedersi come sia possibile che a questi signori sia stato concesso di ricoprire cariche di responsabilità che evidentemente non sono in grado di portare avanti. Ieri come oggi, con stipendi che certo fanno rabbrividire se confrontati a quelli che stanno tagliando oggi ai Cel o se raffrontati alle situazioni delle famiglie di quei lavoratori delle cooperative licenziati. Ci troviamo a un punto di svolta in questo Ateneo. Per un anno e mezzo, da quando il “buco” è stato scoperto, gli studenti hanno mantenuto un basso profilo, con un forte senso di responsabilità testimoniato dal fatto che sono rimasti a studiare in questo Ateneo, hanno protestato – giustamente – contro scelte gestionali evidentemente sbagliate ma sempre mantenendo quella tiepida fiducia verso quell’Amministrazione che oggi si dimostra del tutto inetta a risanare questa Università, controproducente se non lesiva del rilancio dell’Ateneo, unica strada per non farlo chiudere. L’ufficio legale dell’Università di Siena ha dichiarato nullo il contratto dei Collaboratori Esperti Linguistici, che viene tagliato di due terzi a partire dal prossimo pagamento salariale. Tornando ad essere contratto nazionale di personale ATA a tempo parziale, le ore di didattica passeranno dal 426 a 300 ore annue. E ci vogliono far credere che non ci saranno conseguenze didattiche sui corsi, dimostrando ancora una volta di non saper fare calcoli matematici elementari poiché, se a ogni credito corrispondono sei ore di lezione, tagliando le seconde non si può mantenere lo stesso numero di crediti e quindi di esami! Il DAS – Dimensione Autonoma Studentesca – ha organizzato con docenti e lettori due giornate di mobilitazione “culturale” nella Facoltà di Lettere proprio per sottolineare come nella nostra Facoltà e nel nostro Ateneo ci siano tante persone valide che vogliono tornare a fare ciò che compete loro: studiare, insegnare, fare ricerca. Ancora una volta il Senato e il CdA hanno ignorato tutto ciò, continuando a far finta che dell’Ateneo esistano solo entrate e uscite, conti (che non sanno fare) e bilanci (che sanno fare benissimo) dimenticando che se l’Università di Siena esiste è grazie al lavoro e all’impegno di docenti e lettori, lavoratori e studenti, che sono stanchi, maledettamente stanchi di questa gestione inutile e dannosa. Il nostro collettivo, gli studenti che sostengono le nostre lotte, resterà accanto ai lettori qualsiasi cosa accada una volta entrati in agitazione sindacale. Resteremo loro vicini ma non solo, poiché la situazione sta deteriorando troppo rapidamente per restare sui soliti binari di una contestazione che evidentemente non è stata abbastanza decisa per farci ben sentire dall’Amministrazione. Né dal Ministero, fonte originaria dello smantellamento della nostra Università come degli altri Atenei pubblici italiani. Per tutti questi motivi richiediamo le immediate dimissioni di tutti i componenti del Consiglio di Amministrazione, evidentemente incapaci di fare 2+2, e le inderogabili dimissioni di tutto il Senato accademico, consesso ormai inutile giacché irrimediabilmente succube delle scelte del CdA, esplicitando che con tale richiesta di dimissioni si intendono anche quelle di tutti i presidi di Facoltà e del Rettore, con astensione da una sua nuova, risibile candidatura. Chiediamo infine quel fondamentale sostegno, a tutt’oggi poco presente, della cittadinanza senese, di tutti coloro che comprendano i gravissimi danni che si darebbero con il crollo dell’Università di Siena, la perdita di migliaia di affitti, di migliaia di clienti di negozi – per non parlare della perdita culturale e scientifica che subirebbe la città.

Nicola Polloni Coordinatore DAS – Dimensione Autonoma Studentesca

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