potrete tagliarci le Lingue ma non ci toglierete mai la parola
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29 marzo 2010
Il collettivo DAS – Dimensione Autonoma Studentesca è costretto a inscenare il funerale del Corso di Laurea in Lingue e Letterature Straniere nella speranza che la materializzazione, per quanto simbolica, degli effetti del rinnovo del contratto ai Collaboratori Esperti Linguistici possa dissuadere il direttore amministrativo Barretta dal proseguire con la sua opera di “potatura didattica”. Una politica di tagli che – per usare un eufemismo – appaiono irrazionali: senza un progetto reale di ristrutturazione dell’Ateneo (risanamento e rilancio, insieme) il “gran potatore” Barretta taglia tutto ciò che gli passa tra le mani e, spesso, come in questo caso, parti che sono vitali per la sopravvivenza stessa dell’Università degli Studi di Siena.
Gli effetti della paventata diminuzione di ore di lezione dei “lettori” sono già noti, ma vale la pena ripetere quelli più importanti: l’impossibilità di portare avanti interi corsi di laurea in varie Facoltà, tra i quali spicca il CdL in Lingue; l’incongruenza con gli obiettivi strategici propri di ogni Ateneo che voglia definirsi tale in merito alla qualità di didattica e ricerca; il blocco immediato di numerosi corsi di lingua, obbligatori e vincolanti per gli studenti.
Ormai gongoli per la vendita delle Scotte, Rettore e direttore amministrativo sembrano più interessati alla campagna elettorale per l’elezione del nuovo Rettore che al reale rilancio dell’Ateneo: cavalcando l’onda dei “requisiti minimi” imposti dal Ministero (amaro veleno per l’Università italiana) e spesso accompagnata dalla compagine baronale che è fauna tipica del nostro Ateneo, l’Amministrazione ha già iniziato il percorso di conversione della nostra Università in una piccola azienda, con parole d’ordine quali “premio di produttività”, “rendita economica” e via dicendo. E neppure un’azienda con un roseo futuro, ma un’industria del sapere già in partenza fallimentare poiché distrugge e avvilisce ciò che manda avanti qualsiasi Ateneo: la didattica e la ricerca!
Data questa situazione gli studenti non possono restare fermi ad aspettare che le cose migliorino da sole, e perciò richiediamo al Senato Accademico, massimo organo gestionale dell’Università, di ristabilire un criterio razionale che muova la politica di rilancio del nostro Ateneo. La nostra non è una pretesa abnorme: chiediamo solo che il Senato torni ad essere il fulcro della gestione dell’Università di Siena, ormai da più di un anno delegata esclusivamente al Consiglio di Amministrazione. Una scelta di responsabilità effettiva, che noi studenti abbiamo fatto quando abbiamo deciso di iscriverci in questa Università nonostante una crisi economica grave e un ridimensionamento didattico traumatico, e che i docenti non possono esimersi dal prendere.
Parallelamente ci appelliamo a tutti i docenti e agli Organi Collegiali dell’Ateneo affinché gli studenti siano resi partecipi, in senso reale, delle scelte interne su didattica e ricerca, e ciò in relazione non solo al “risanamento” dell’Università di Siena quanto all’applicazione delle nuove normative ministeriali, che rischiano di sterminare ciò che resta della “piccola Oxford” toscana.
Nella speranza che la cittadinanza tutta possa comprendere il pericolo che si profila per la nostra città, ribadiamo la nostra contrarietà sia verso la forma che sulla sostanza delle politiche gestionali dell’Ateneo (come se vendere il polo delle Scotte fosse il miglior merito possibile…). Non ci smobiliteremo ma continueremo a combattere: potrete tagliarci le Lingue ma non ci toglierete mai la parola!
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